I vini della miniera di Masso
L’Isola d’Elba e la Liguria, i Leudi ed il vino, la miniera di rame di Monte Loreto e le anfore etrusche: una incredibile storia
Secondo la tradizione letteraria, in epoca protostorica l’Elba era abitata dagli Ilvati, una popolazione appartenente all’etnia dei Liguri, come sembrerebbe attestato dai toponimi Borandasco, Soleasco e Marcerasca con il tipico suffisso in «-asco»; da qui, secondo alcuni, il nome antico dell’isola: Ilva.
Molti sono ancora i dubbi e le domande in merito a quanto sopra ma quello che sappiamo di certo è che nel VII secolo a.C. un nucleo di colonizzatori Etruschi, che si era impiantato in un precedente insediamento del promontorio di Populonia, occupò anche l’isola. L’Elba si inseriva così fra le aree minerarie della costa maremmana, insieme a Massa Marittima, Campiglia, i monti della Tolfa e le colline Metallifere. (fonte: Wikipedia).
Sappiamo già tutti che gli Etruschi furono grandi navigatori e commercianti ma forse è meno noto che commerciarono ampiamente anche il loro vino, una sorta di primordiale export dalla Toscana. Col prodotto ne diffusero anche la cultura, esportando gli oggetti del corredo del simposio nell’Europa occidentale che ancora non lo conosceva. (fonte: www.guadoalmelo.it). Questo popolo acquisì dunque grande abilità nella realizzazione delle anfore per la conservazione del vino.
Il Leudo nella prima metà del secolo scorso era un’imbarcazione adibita al trasporto di vino e formaggi dalle isole, sabbia e materiali vari lungo la Riviera. Fino agli anni ‘50 (anche se l’ultimo viaggio, che fu proprio del Nuovo Aiuto di Dio, risale all’Ottobre 1969) trasportava vino dall’isola d’Elba. Esistevano quindi Leudi cosiddetti “vinaccieri” con botti costruite a bordo sottocoperta e botticelle piccole in coperta, Leudi “formaggiai”, preannunciati dal tipico odore e leudi “surairi” (da sura= ghiaia) adibiti al trasporto di sabbia per l’attività edilizia.
Il “Nuovo Aiuto di Dio” (armatore Gian Renzo Traversaro) è l’unico Leudo d’epoca ancora navigante che con l’amore dell’associazione “Amici del Leudo” e del vinacciere Andrea Ballarini ha ripreso le antiche rotte verso l’isola d’Elba per riportarne in terra d’origine il suo vino reso particolare dal sole, dalla salsedine e dal lungo viaggio.
I vinaccieri Ballerini son dovuti andare sino ad Impruneta dove un vasaio del posto si è specializzato nella produzione di anfore ed orci che avessero le stesse caratteristiche di quelli usati dagli etruschi più di duemila anni fa. Una lavorazione interamente eseguita a mano ha regalato loro un’anfora della capacità di 329 litri di vino.
L’anfora, quest’oggi, è posata nella galleria XX Settembre di Monte Loreto, la più antica miniera di rame della Liguria occidentale ed al suo interno riposano, ora i vini che il Leudo ha traghettato dall’isola d’Elba, ora quelli che ha trasportato dalle vicine 5 Terre, in un’ottica di adattamento alle produzioni del territorio che da sempre contraddistingue il mestiere del Vinacciere. Una cantina speciale, con la volta di pietra spessa decine di metri, osservabile nel corso della visita guidata alla galleria mineraria!
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