Un vino davvero unico che acquista nella sua sosta nella miniera di rame di Masso (la più antica d’Europa) una spiccata mineralità.
Grazie alla porosità dell’anfora che non è vetrificata, ma solo trattata a cera, avviene una traspirazione naturale e costante del nettare depositato. Inoltre, in virtù del fenomeno dell’osmosi, le caratteristiche di purezza dell’aria della miniera e la sua concentrazione naturale di anidride solforosa, lo caratterizzino fortemente nei profumi che sono appunto marcati, manco a dirlo, di zolfo. Il profumo ricorda infatti la pietra focaia, regalando però un’ottima beva, accentuata dalla permanenza in un ambiente così particolare.
Gli uvaggi nel corso degli anni sono cambiati, per la natura stessa dei Vinaccieri che devono essere sempre pronti a raccogliere le migliori produzioni del territorio, ma anche per il fatto che questa pratica innovativa, grazie alla sperimentazione continua, di anno in anno si perfeziona.
L’ultima annata è stata prodotta con uve di eccedenza della DOC delle Cinque Terre, per lo più Trebbiano, Albarola ed altre qualità, in collaborazione con le Cantine Sassarini di Monterosso.
Recensisci per primo “Bianco della Miniera (vino del Leudo in anfora etrusca)”